(ottobre 2016)
a cura di Nicola G. De Toma, Vincenzo F. Scala, Vinicio Ruggiero


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W

Wilderness

Da” wild” che, in inglese, significa “selvaggio”. Pertanto, la condizione dell’ambiente non modificato dall’uomo. Una condizione che sicuramente caratterizza la montagna.
Ma perché cercare la wilderness?
Così descrive Italo Calvino una delle 55 città fantastiche raccontate nel suo libro “Le città invisibili”:

“Dopo aver marciato sette giorni attraverso bosca¬glie, chi va a Bauci non riesce a vederla ed è arrivato. I sottili trampoli che s'alzano dal suolo a gran distan¬za l'uno dall'altro e si perdono sopra le nubi sosten¬gono la città. Ci si sale con scalette. A terra gli abitanti si mostrano di rado: hanno già tutto l'occorrente lassu' e preferiscono non scendere. Nulla della città tocca il suolo tranne quelle lunghe gambe da fenicot¬tero a cui si appoggia e, nelle giornate luminose, un'ombra traforata e angolosa che si disegna sul fo¬gliame.
Tre ipotesi si danno sugli abitanti di Bauci: che odino la Terra; che la rispettino al punto d'evitare ogni contatto; che la amino com'era prima di loro e con cannocchiali e telescopi puntati in giu' non si stan¬chino di passarla in rassegna, foglia a foglia, sasso a sasso, formica per formica, contemplando affascinati la propria assenza”.

La ricerca di wilderness è, dunque, ricerca delle origini, ricerca del luogo da cui siamo venuti; di ciò che era prima di noi.