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              Facilitatore
              Chi è il facilitatore?
                Il facilitatore è un soggetto, interno o esterno al gruppo 
                definito, che:
                
                • Incoraggia e catalizza la partecipazione delle persone 
                del gruppo alle attività e alla vita stessa del gruppo.
                • Valorizza le risorse di ogni persona.
                • Offre strumenti per una comunic-azione positiva.
                • Aiuta l’espressione e la presa di coscienza in situazioni 
                che coinvolgono il gruppo in modo che le persone sappiano vivere 
                coscientemente le situazioni.
                • Comportandosi in modo neutro rispetto ai contenuti, aiuta 
                a destrutturate meccanismi, scelte, comportamenti e contribuisce 
                a costruire collaborazioni più significative e consapevoli.
              Le persone del gruppo, comprendendo appieno il proprio ruolo, 
                sono in grado, se lo vogliono, di creare le condizioni per poter 
                vivere e far evolvere al meglio sé stesse individualmente 
                , nel gruppo e lo stesso gruppo.
                Nel nostro caso facilitatore può essere anche 
                una persona che sappia di montagna, e non necessariamente una 
                guida alpina, che prenda molto seriamente e molto a ben volere 
                l’azione che svolge all’interno del gruppo e il gruppo 
                stesso, diventandone cuore e motore.
                Il facilitatore facilita il rapporto con l’esperto e tra 
                l’esperto e il gruppo.
              Fiducia
                
La fiducia è l'affidamento che si fa su qualcuno e/o qualcosa; è  l'attesa ottimistica di qualcosa. E' dare credito, avere stima. E'un'aspettativa  generalizzata di persistenza e stabilità del mondo con cui la persona si trova  a interagire quotidianamente. E' una sensazione di sicurezza basata sulla  speranza o sulla stima riposta in qualcuno o qualcosa. E' un'esperienza  emozionale. La fiducia è come un'aspettativa di regolarità e continuità nel  comportamento di ruolo e nell'identità delle persone. Riporta  all'interiorizzazione di valori comuni. Nella fiducia ci sono aspettative di  comportamento cooperativo e 'non opportunistico', di mantenimento degli  impegni, di reciprocità non sbilanciata, fino a forme deboli o forti di  altruismo che favoriscono attivamente gli interessi della persona. Abbiamo  costantemente il desiderio di trovare coloro nei quali possiamo riporre la  nostra fiducia in modo da generare un senso di sicurezza. Un elenco di qualità  che una persona deve avere per avere fiducia in lui può includere: il  comportamento di ruolo tecnicamente competente, l'abilità, l'intelligenza, il  coraggio, la credibilità, la discrezione, la sensibilità, il comportamento  responsabile rispetto a un mandato, l'autorevolezza, la coerenza, la  generosità, l'onestà, l'adesione a certi valori e a certi principî morali,  l'amicizia e l'amore. Va sottolineato, però, che la fiducia, per la sua stessa  natura di investimento rischioso ed emotivo, mal si presta a una rigida  regolamentazione, tanto più se formalizzata. Da un punto di vista dinamico,  rapporti di fiducia reciproca, generalizzati, equilibrati, poggianti su basi  reali, favoriscono la collaborazione e l'accettazione dei rischi derivanti da  una maggiore interdipendenza, come pure la trasparenza nel processo di comunicazione  e la chiarezza nelle regole dell'interazione esistenti. Stimolano una spirale  virtuosa di intensificazione dei rapporti sociali e rendono potenzialmente più  elastico, dinamico e allargato l'intero processo di scambio. La sfiducia e il  sospetto alimentano invece processi opposti, dando vita a una spirale  socialmente 'viziosa'. Essa estende l'orizzonte temporale del sistema sociale e  ne aumenta il potenziale d'azione.
La fiducia cresce come risultato di esperienze positive  accumulate con il tempo.
Se qualcuno ti considera degno di fiducia tu accetti anche la responsabilità  che ne deriva
Quando qualcuno ripone la sua fiducia in noi, si rende vulnerabile nei nostri  confronti attraverso il rilascio parziale o totale del controllo sul risultato.
Questo non viene fatto con leggerezza e non è certo facile. 
Tra gli elementi per costruire fiducia  ci sono: 
la capacità: mostrare in maniera sicura ed ampia la capacità di proporre dei risultati 
l'integrità:  avere un'etica personale e professionale integra
la credibilità:  dimostrare, nel tempo, di avere la giusta competenza, i processi e le  metodologie necessarie per il raggiungimento dell'obiettivo
l'empatia:  dimostrare di accettare la visione personale e/o professionale  dell'interlocutore
l'interesse personale: mostrare di non essere interessato solo al  proprio personale successo. 
              Funghi
              Fin dall’inizio dell’ attività, nell’anno 
                2002, si è unita alle uscite del nostro gruppo una collega 
                del Dipartimento di Prevenzione della nostra stessa ASL, agronoma 
                e micologa (la Dott.ssa Luana Lucioli). La sua funzione è 
                stata ed è quella di illustrare al gruppo gli aspetti più 
                rilevanti degli ambienti che via via incontriamo sul campo, con 
                riferimento particolare ai funghi, di cui è esperta.
                E’ per omaggio alla sua entusiastica dedizione all’attività 
                del gruppo che abbiamo incluso questa voce.
                Ma anche perché ci consente di introdurre il tema dell’integrazione 
                tra esperienza e conoscenza.
                Ci sembra che coniugare la fruizione diretta degli ambienti naturali 
                con elementi di conoscenza degli stessi, possa rendere più 
                ricca e articolata l’esperienza complessiva del gruppo di 
                escursionismo. In questa prospettiva è risultato utile 
                predisporre momenti, in sede, dedicati allo studio e approfondimento 
                di aspetti specifici legati alla pratica sul campo.
                I funghi rappresentano un gruppo di organismi viventi, paragonabili 
                a vegetali molto atipici: infatti, a differenza di questi ultimi, 
                sono sprovvisti di clorofilla. Inoltre, differiscono dalla maggior 
                parte delle piante perché necessitano per vivere di sostanze 
                già elaborate da altri esseri viventi, in quanto non in 
                grado di elaborarle o di fabbricarsele da soli.
              I funghi, presenze che capita spesso di incontrare lungo i percorsi, 
                almeno entro una certa quota e che suscitano curiosità 
                e interesse per quel loro essere amichevoli, ma anche micidiali; 
                per il loro comparire quando uno non se lo aspetterebbe e rendersi 
                irreperibili quando li si cerca; quel loro alludere al mondo magico 
                delle fiabe. 
              I funghi, proprio per il fatto che sembra spuntino dal nulla, 
                sul terreno o su tronchi di piante, per l'azione la velenosità 
                di alcuni e per gli effetti allucinogeni di altri, hanno sin dai 
                tempi antichi suscitato la fantasia degli uomini, avvolgendosi 
                in un alone di magia e diventando protagonisti di credenze e leggende 
                popolari.
                Alcune credenze vogliono, infatti, i funghi che crescono in cerchio 
                generati dalle danze notturne di streghe o gnomi (c.d. anello 
                delle streghe).
                Nella Cina antica, ad esempio, il fungo, ku o chih, era considerato 
                simbolo di lunga vita, magico, divino, e legato in qualche maniera 
                all'immortalità.
                Gli Aztechi e i Maya consideravano i funghi allucinogeni "carne 
                divina", per le loro proprietà allucinogene.
                Anche nell'antica Grecia, come in Cina, il fungo era considerato 
                simbolo di vita e pertanto divino. Narra, infatti una leggenda, 
                che l’eroe Perseo, dopo un lungo viaggio, stanco e assetato, 
                si poté rifocillare con dell’acqua raccolta nel cappello 
                di un fungo; per questo motivo decise di fondare in quel posto 
                una nuova città che chiamò Micene (dal greco mykés 
                = fungo), dando vita alla civiltà micenea.
                Nella civiltà Romana, invece, il fungo, pur apprezzatissimo 
                per le qualità culinarie, diventò anche simbolo 
                di morte, infatti, il termine fungus significherebbe "portatore 
                di morte" (dal latino funus = morte e ago = porto, portare). 
                Sono vari gli episodi tra leggenda e realtà legati alla 
                concezione funesta dei funghi.
                Si narra ad esempio che l’imperatore Claudio era così 
                ghiotto di funghi che morì proprio a causa di questi: la 
                moglie Agrippina, conoscendo il suo debole culinario e desiderando 
                mettere sul trono, al suo posto, il figlio di primo letto Nerone, 
                lo avrebbe fatto avvelenare proprio con funghi velenosi.
                La mitologia nordica, invece, narra che una volta Odino era inseguito 
                dai diavoli e le gocce di bava rossa che cadevano dalla bocca 
                di Sleipnir, il suo mitico cavallo a sei zampe, si trasformarono 
                magicamente in funghi rossi.
                In Siberia, come racconta James Arthur, un etnobiologo di fama 
                internazionale, ‘’gli sciamani usavano e usano il 
                fungo Amanita muscaria come un sacramento religioso'’ ‘’Essi 
                - dice - entrano attraverso un’apertura del tetto e portano 
                questi funghi (allucinogeni) in grandi sacchi'’. Sono vestiti 
                di rosso e bianco, i colori di Babbo Natale, ma anche dell’Amanita, 
                che in Siberia cresce nei boschi di conifere. (da: http://wikipedia.org/wiki/Funghi 
                ).
              Ai funghi, dunque, sono stati dedicati alcuni incontri di studio. 
                Altri hanno riguardato l’avifauna montana, tema curato da 
                una nostra collega infermiera, (Rosella Bivi), come pure i vari 
                argomenti previsti all’interno del corso teorico-pratico 
                di escursionismo (condotto da Mario Rosa).
                D’altra parte questi momenti in sede, intercalati alle uscite 
                che, di necessità hanno, al più, una frequenza mensile, 
                consentono di dare continuità all’esperienza, permettendo 
                di evocare i momenti vissuti fuori e alimentando l’attesa 
                delle prossime imprese 
              Fuoco
                
                Il fuoco è una forma di combustione. La parola è 
                riferita ad un bagliore brillante insieme ad una grande quantità 
                di calore . Le fiamme sono un corpo gassoso che rilascia calore 
                e luce. I)l fuoco si accende quando u7n carburante è soggetto 
                a calore o a un fiammifero o d un accendino, ed è alimentato 
                da successive scariche di energia termica, finché tutto 
                il combustibile non è consumato.
                L’uso del fuoco è uno degli elementi che differenzia 
                l’uomo dagli animali. Non è certa la data della sua 
                scoperta. E’ impossibile sapere se l’Hmo Eectus fosse 
                già capace di produrlo a suo piacimento, circa 500.000 
                anni fa; è comunque ipotizzabile che all’inizio l’abbia 
                preso durante eventi naturali come incendi spontanei nelle savane 
                o causati da fulmini o da eruzioni vulcaniche. Il problema era 
                quello di mantenerlo sempre acceso. In seguito l’Hmo cercò 
                di costruire strumenti adatti alla sua accensione. I modi con 
                i quali si poteva accendere i fuochi nella preistoria si dividono 
                in due gruppi: a percussione e a frizione di legna:
                
                • A percussione consiste nel battere insieme un minerale 
                ricco di zolfo con una pietra molto dura, con questo metodo producevano 
                delle scintille che bruciavano della paglia.
                • Quello a frizione di legna consiste nello strofinare insieme 
                due legnetti che, facendo attrito, producono segatura e calore. 
                Alla temperatura di circa 250° la segatura inizia a bruciare.
              In campo religioso il fuoco è sempre stato considerato 
                una forza ambivalente, per i suoi aspetti benefici e distruttori. 
                Anche con connotati magici.
                Nella mitologia greca il fuoco ha la sua importanza: Prometeo 
                rubò il fuoco all’Olimpo per salvare gli uomini, 
                e per questo fu condannato da Zeus a rimanere incatenato ad una 
                roccia dove un’aquila gli divorava il fegato, che di notte 
                ricresceva.
                Nella mitologia romana invece assume importanza Vesta, divinità 
                posta a protezione del focolare domestico. Il culto di Vesta nasce 
                nell'antichità per la necessità di mantenere sempre 
                acceso un focolare in casa per soddisfare i bisogni della comunità 
                e dal quale trassero origine le Vestali, sacerdotesse dell'antica 
                Roma, con il compito di custodire il fuoco nel tempio perennemente 
                acceso.
                Nell'antichità il fuoco era rispettato e venerato e la 
                sua scoperta comporta per l'umanità una nuova era: oltre 
                a cucinare i cibi, gli uomini poterono anche riscaldarsi, migliorando 
                il loro tenore di vita. 
              Elemento unificante per eccellenza, il fuoco ha la forza di tenere 
                insieme le persone, di farle parlare e condividere le esperienze 
                della giornata, i problemi e le gioie. 
                Tutto quello che riguarda il fuoco è molto importante per 
                un gruppo, in quanto unisce e rafforza le persone che sono al 
                suo interno: il raccogliere legna o rametti secchi, la preparazione 
                di un focolare di pietra, la ricerca di dove fare il focolare, 
                l’accendere il fuoco, il mantenerlo acceso, magari anche 
                il cuocere della roba che poi sarà mangiata da tutti insieme.
                Nella civiltà moderna è stato imprigionato e nascosto 
                all'interno delle moderne caldaie ed il suo posto sembra averlo 
                preso, purtroppo, la televisione.